Gli zingari di Puntalta
In tempi lontani una banda di zingari scese dal Bernina verso Poschiavo. Il sentiero allora attraversava l’Alpe Cavaglia, la quale, a giudicare dall’architettura delle case, potrebbe essere piuttosto definito come un villaggio montano. Un poco a sud ovest di questa località, il sentiero porta a un ponte che sovrasta le ripide pareti rocciose della profonda gola alla cui base scorrono rumorose le acque del Cavagliasco. Arrivati sul ponte, gli zingari guardarono il fiume scrosciante sotto di loro e nelle loro menti balenò un’idea diabolica. Va ricordato che, come voleva l’usanza, essi stavano portando con sé la «madre degli zingari», la persona più anziana della tribù, una donna vecchissima e decrepita. In quel momento, dunque, decisero di liberarsene spingendola giù dal ponte, nell’orrido, salutandola con le parole: «Buon viaggio, mammina». La banda proseguì allegra il proprio cammino.