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La strega dalle tre teste

La strega dalle tre teste

Nel villaggio di Zalende si racconta di una strega particolarmente nefasta, la quale, adottando le sembianze ora di un gatto, ora di una capra, ora di un orso, causava molte disgrazie.

Un giorno apparve sulla riva sinistra del Poschiavino sotto l’aspetto di un orso. Arrivarono di corsa i cacciatori, intenzionati ad uccidere il presunto nemico delle loro greggi. Ma i loro fucili, solitamente infallibili, quel giorno non centrarono un solo colpo. Allora l’orso spaventoso si alzò in piedi sulle zampe posteriori e si prese gioco dei maldestri cacciatori, compiendo molti gesti buffi.

Tra i cacciatori ce n’era uno che aveva fama di essere più saggio rispetto agli altri esseri umani. Con fare misterioso, posò alcune briciole di pane sullo scodellino del fucile. Lo sparo partì e l’orso fuggì verso il bosco, lasciando dietro di sé una scia di sangue.

Dopo questo fatto la strega non uscì di casa per tanto tempo e i cacciatori capirono chi era quell’orso dal comportamento così insolito.

Allorché i suoi misfatti superarono il limite, la strega finì nelle mani del giudice. Le furono mosse molte accuse gravi, ma il “bollo” con cui Satana marchiava chi entrava al suo servizio non fu trovato sul suo corpo. Allora, il servo della legge si nascose nella cella buia dell’accusata, aspettando che quest’ultima vi fosse riportata dopo l’interrogatorio. Poi le parlò, imitando la voce del demonio e assicurandole che l’avrebbe protetta. Nel mezzo del discorso le disse anche che non si ricordava più in quale parte del corpo l’avesse marchiata. La povera strega cascò nell’inganno e glielo disse. Avendola così “colta in fallo” il giudice la riportò direttamente in tribunale. Trovarono il “bollo”, ma era ormai scarsamente visibile. Tuttavia, il processo poteva dirsi concluso: la strega venne condannata a morte.

Sulla piazza del tribunale avvenne che, con grande stupore degli astanti, accanto alla testa della strega ne apparvero improvvisamente altre due, uguali alla prima, una sul lato destro, l’altra sul lato sinistro. Il boia, che aveva già estratto la spada, chiese sbalordito al podestà quale delle tre teste dovesse recidere. Quello chiese consiglio al prete, il quale suggerì: «quella di mezzo», e così fu fatto. La saga non dice cosa ne fu delle altre due teste. Si racconta però che la casa dove la strega aveva abitato sia bruciata per tre volte.

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